di Giovanni Ventimiglia

Il miracolo è, nella tradizione cristiana, una grazia donata da Dio agli uomini per lenire le loro sofferenze. Non sempre, tuttavia, le rievocazioni storiche di quei miracoli sono aggraziate. Non lo sono, senz’altro, le celebrazioni in onore di Santa Rosalia, lo sappiamo. “Viva Palermo e Santa Rosalia” deve essere urlato, il suono dei tamburi assordante, il carro eclatante, la musica euforizzante, lo spettacolo pirotecnico strabiliante (e ieri sera persino fulminante!), la folla strabordante (e inevitabilmente maleodorante).

L’evento è sempre rigorosamente estenuante, il turista fa fatica a riconoscere il sacro e anzi si esalta come se si ritrovasse nel mezzo di un enorme rito dionisiaco di una tribù africana animista. Insomma tutto si può dire tranne che il tributo del popolo palermitano alla grazia ricevuta nel Seicento sia aggraziato.


Non così il “Festino a corte”, organizzato da Fucina Social Club a Palazzo Mazzarino, voluto e ospitato dalla Marchesa Marialda Berlingieri. Nella corte del Palazzo, babbaluci e sfincione, come da tradizione, sono stati preparati con maestrìa dallo chef Peppe Giuffrè. Tra le opere degli artisti contemporanei Per Barclay e Fabrizio Cotognini, la serata è stata accompagnata dal concerto degli straordinari musicisti siciliani Nino Errera e Vito Amato, del gruppo Biogroove, ormai conosciuto a livello internazionale. Ritmi e melodie lievi, quasi sussurrate, con diversi strumenti a percussione, hanno creato un’atmosfera di inedita dolcezza. Davvero pieni di grazia, infine, i ritmi creati dalle loro mani addirittura percuotendo l’acqua. Un festino diverso, soave. Impensabile a Palermo. Un piccolo inatteso miracolo. Mentre uscivo ho bisbigliato: “viva Palermo e Santa Rosalia”.