Due grandi artisti, Pierre–August Renoir tra i massimi esponenti della pittura impressionista e il figlio Jean Renoir, grande regista cinematografico, incrociano le loro vite in un libro “Renoir, mio padre” in cui il figlio conduce una ricerca, anche attraverso una intervista con il padre, sulla persona di un pittore che “subisce” l’etichetta di impressionista ma fu un vero innovatore sempre pronto a mettersi in discussione.

Sullo sfondo della ricostruzione della vita artistica, viene inevitabilmente a galla il rapporto tra il padre, Pierre–August, semplice, schivo, dedito al suo lavoro fino a che le forze glielo permisero, legato al suo mondo e contro il progresso e il figlio Jean troppo distratto dalla sua professione che va alla scoperta del mistero costituito dal padre, del quale rivela gesti e pensieri più quotidiani e segreti. Emblematiche le sue parole: “Potrei scrivere dieci, cento libri sul mistero Renoir e non riuscirei a venirne a capo.”

Nell’arco della vita di Pierre–August Renoir il lettore troverà anche la gradevolissima e interessante descrizione di Parigi e degli altri luoghi frequentati del pittore come erano e come non saranno più: il quartiere di Parigi dove nacque e trascorse la prima infanzia Renoir, descritto con stile vivo e accattivante attraverso i tipi e le famiglie che vi abitavano, fu demolito per realizzare il congiungimento del Louvre alle Tuileries; i piccoli paesi e la natura che li circondava, rimasti impressi nelle tele del pittore, sono trasformati in peggio.

Fabrizio Vasile

 

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