Sono due i quesiti referendari sul mondo del lavoro –  abolizione dei voucher e ripristino della responsabilità solidale nel cambio appalti – presentati dalla Cgil Palermo insieme al mondo delle associazioni al Teatro S. Cecilia, messo a disposizione dalla Fondazione “The Brass Group”.

Parla il lavoro” è il tema della manifestazione, prima del suo genere, che ha visto diretti protagonisti i lavoratori, alternatisi uno a uno sul palco per raccontare e denunciare le loro condizioni di lavoro.

Maria Alfano (33 anni), per esempio, ha lavorato come giornalista per tre anni, senza mai percepire alcunchè. Poi ha fatto la cassiera in un supermercato, ma inquadrata come addetta alle pulizie senza ferie, malattia, tredicesima e, colmo delle beffe, con una paga inferiore all’ equivalente collega maschio.

Kobena Ibra (Senegal) è stato per anni “sottopagato” con i voucher, per poi scoprire che questo tipo di pagamento non viene ritenuto valido ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno.

Angelo Ventura (41 anni), invece, dopo ben 10 anni di servizio alla mensa del Cantiere navale di Palermo, l’1 febbraio dello scorso anno, insieme ad altri 11 compagni di lavoro, tra cui sua moglie, si è ritrovato letteralmente fuori dai cancelli, con il badge disattivato, quindi senza poter accedere al luogo di lavoro. Il motivo è stato dovuto al fatto che la Cot Ristorazione (subentrante alla Euroristorazione), grande azienda palermitana aggiudicatrice dell’appalto, non ha rispettato il contratto collettivo nazionale di lavoro che prevede la clausola sociale. Fincantieri, stazione appaltante, in modo unilaterale, senza discutere neanche con le RSU, ha deciso di chiudere la cucina in loco per abbassare il costo del servizio fornito ai propri dipendenti e mettendo alla porta i 12 dipendenti storici della mensa.

Questi solo alcuni degli interventi (in tutto 12) che si sono alternati sul palco del Teatro S. Cecilia, facendo venire fuori uno spaccato, che è quello di una condizione lavorativa, se mai possibile, ben peggiore del resto di italia.

“Da noi – sottolineano gli organizzatori – dignità ed etica del lavoro sono giornalmente umiliati. La pratica del sub-subappalto, come tante scatole cinesi, alla fine ricade sulle spalle dei lavoratori che, per una paga anche sino alla metà inferiore al minimo sindacale, sono costantemente ricattati, pena la chiusura del cantiere e il licenziamento. A questo sistema di moderna riduzione in schiavitù, non è estranea la pubblica smministrazion, che appalta i lavori al massimo ribasso (anche sino al 60% di sconto), ben sapendo che il carico del maggior sconto ricadrà sui lavoratori“.

Importante, dunque, la manifestazione promossa nello specifico, incasellandosi nella più vasta campagna referendaria indetta dalla Cgil volta sia ad abolire i voucher come forma di salario sia lo svincolo di responsabilità tra impresa appaltante e sub-appaltante.

Mario Tralongo