Prima l’ha strangolata, poi l’ha fatta a pezzi con una sega, quindi ha buttato le parti del corpo della sorella nei cassonetti. L’uomo, 62 anni, ha confessato l’omicidio di Nicoletta, 59 anni, dopo dieci ore di interrogatorio. L’omicidio è accaduto a Roma, nell’appartamento lasciato in eredità dai genitori, che i due fratelli condividevano.

Lavorava solo Nicoletta, mentre lui, M.D., era disoccupato. A scatenare l’ira omicida probabilmente i problemi economici. Secondo le dichiarazioni fornite dall’uomo, infatti, la sorella lo avrebbe trattato come un ragazzino, razionandogli i soldi: “Guadagnava solo lei e ogni volta decideva lei quando e quanti darmene”, avrebbe dichiarato alla polizia.

A lanciare l’allarme intorno alle 20 di ieri, martedì 15 agosto, è stata una ragazza rom, che ha trovato le gambe amputate nel cassonetto dove lei stava rovistando. Prima di sentirsi male, la giovane rom ha avvisato la polizia. Gli agenti sono intervenuti in via Maresciallo Pilsudski.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, gli arti della donna sarebbero stati gettati nel cassonetto la notte prima del ritrovamento. Il resto del corpo di Nicoletta, invece, è stato trovato in un altro cassonetto in via Guido Reni, all’altezza del civico 22, mentre la polizia ha posto sotto sequestro un terzo cassonetto, quello di via Pannini, dove si troverebbero gli effetti personali e gli abiti della signora.

Ad incastrare M.D. le telecamere di videosorveglianza. Da qui il fermo dell’uomo, l’interrogatorio e l’arresto.

Nicoletta Fortunata Dammone Sessa