Di Giandiego Marigo                                                                                 23/01/2020

Su questi avvenimenti si sono sprecate moltissime parole, spesso inutili, una forma di sdegno teleguidato … e non fraintendete: il gesto salviniano è “quanto di peggio” , assolutamente “vomitevole”, ma non è isolato da un contesto generale e condiviso, ma solo la punta d’iceberg di un comportamento diffuso.

La degenerazione spirituale e morale è ampiamente diffusa, la retorica del “giustizialismo deformato”, la favola “dell’uomo forte”, l’assoluta verticalità di questo sistema, la deformazione morale del “consumismo compulsivo”, L’ipnosi di massa che sostituisce i valori (forse discutibili, ma che sorreggono una società).

Si badi, chi scrive è profondamente “libertario” di conseguenza fortemente critico con qualsivoglia società paternalistica ed assolutamente avverso a questo sistema. Il mio non è un gioco di nostalgia o di rammarico per il “bel tempo andato”, ma solo la constatazione del vuoto che oggi caratterizza la nostra società, riempito di mera materia, spesso obsolescente e di rapidissimo consumo e deperimento.

In questo contesto Salvini e Berlusconi (l’imperatore farlocco, per chi l’avesse dimenticato) prima di lui , ma anche Renzi (Il principe fiorentino) così come molti, quasi tutti, i politici contemporanei che sono ampiamente “derivati” dal sistema che li nutre con dovizia, di cui anche noi con il nostro sdegno programmato e tutto sommato prevedibile ed inoffensivo, facciamo parte.

Le manifestazioni di questo vuoto sono lì da vedere, nei comportamenti, nell’uso ed abuso di luoghi comuni e frasi fatte; che non si limita all’area conservatrice, ma infetta anche quella che si autodefinisce “progressista”.

Il nostro dissenso lo è davvero? Si prenda, per esempio, l’insulto massificato a Sinisa Mihajlovic affetto da leucemia, per aver dichiarato d’essere “nazionalista ed amico di Salvini” … l’augurio di morte, il compiacimento per la sua malattia, la speranza che lo fulmini, manifestata con dovizia sotto le sue dichiarazioni on line in cosa sarebbe diversa dalla “citofonite demenziale” del Capitano?

Per Carità quelle qui manifestate son solo riflessioni, speculazioni tematiche da scrittore di fantasy (quel che io sono in fondo) ben lungi dall’essere conclusive o dal divenire “norma o fondamento”, ma volendo continuare sulla stessa riga; in cosa se non in diverse modalità comportamentali, in una proposta diversa di rapporto potrebbe e dovrebbe manifestarsi un tasso di civiltà e spiritualità maggiore di quello corrente?

Ed allora i “comportamenti” demenziali e tristi del Capitano non solo cadrebbero nel vuoto, ma diverrebbero “inutili”, non remunerativi, stupidi e crudeli, ma così non è, purtroppo sono davvero troppi coloro che a tali comportamenti si rifanno e che li condividono, trovandoli consoni … ed è questo il vero dramma della contemporaneità di cui egli è solo “rappresentanza”.

Le vituperate sardine pongono, anche se solo in parte ed in modo, quindi, parziale, questo problema, affrontando la tematica dell’Odio ed è per questo coraggio ch’esse assumono, al di là di qualsiasi strumentalizzazione e “manovrabilità” un’importanza fondamentale in questa fase.

Da questo “fermento” nascerà qualche cosa? Deriverà un pensiero? Scenderà una filosofia destinata a superare la fase delle “Contrapposizioni formali e programmate”. È questo che molti “militanti severi” sembrano non comprendere. Ricadendo nella logica, già toccata da questo umile scrivano, del colpo su colpo, dell’occhio per occhio che accecò il mondo.

(fonte immagine: web)