di giandiego marigo

Ed eccomi , alla fine , a parlare di quella che chiamammo sinistra. L’ho fatto da molte parti, per molti anni, ne ho scritto ben più di una riga. Ho vissuto in prima persona i suoi travagli

Innanzi tutto va detta una cosa, credo che il termine sia superato, confuso ed abusato, quindi preferisco giocare con le definizioni e chiamarla AreA di Progresso e Civiltà (anche qui c’è molto da chiarire e precisare, ma almeno è originale).

Non riprenderò discorsi che ho già fatto, ma tengo a precisare queste cose per chiarezza.

Troppa gente tende ad appropriarsi di una parola in sé poco significante e poco chiara Sinistra.

SocialismoComunismoLiberal-Democrazia chiariscono di cosa si stia parlando … Sinistra no … infatti siamo messi come siamo.

A non capire quando lo si dice di cosa si stia parlando.

Ma veniamo a “questa pseudo sinistra” il campo è vasto, per lo più abitato da leader di riflusso che con un manipolo di fedelissimi si arrabattano a difendere vecchie bandiere e rendite di posizione, incerti su tutto, dalle alleanze ai contenuti … liquidi, variabili … legati all’opportunità del momento.

Qundi ora alleati, ora critici con la Grande Madre  … il PD.

Allearsi, non allearsi? Dipende da quel che si vuol fare …

Se il fine è conquistare uno sgabellino di seconda fila, purchè vi sia del potere da spartire … bè allora l’alleanza, palese o meno è d’obbligo … ed allora PisapiaMdP, i fuoriusciti mai veramente usciti, BersaniSperanzaCivati, per non parlare dei dinosauri D’AlemaBertinottiCofferati & C. Tutti implicati per omissione o partecipazione nella disfatta e nella distruzione di quella che chiamammo Sinistra le varie fazioni di SI che ancora permangono sulle posizione di Vendola e di SeL. Attenzione però oerchè non è che allora coloro che si auto-definiscono più radicali non sarebbero pronti a fare altrettanto PrC ed i suoi sottoprodotti per esempio nel locale si alleano sin troppo spesso con il PD direttamente o indirettamente, sempre per la cura delle poltrone, per altro.

Se invece si vuole costruire, giorno per giorno, alfabetizzando, accettando la fatica e il cammino nel deserto. Iniziare un cammino radicandosi nei territori, partendo dai movimenti e dalle esperienze delle mobilitazioni referendarie, accentando il peso della reale alternativa …il percorso allora deve essere chiaro e non c’è possibilità di confusione Lontano dal PD è la premessa indispensabile.

Qui però si parte da lontano, da una critica forte e decisa e puntuale al maggioritario … dalla difesa della Costituzione e dalla richiesta della sua piena applicazionedal pacifismo reale … quello dell’isolamento e dello sberleffoda una opposizione decisa e forte alle privatizzazioni ed alla rinuncia dello stato all’intervento diretto nelle situazioni nevralgiche. Da un non liberismo reale, propositivo ed arrembante che crea spazi di non mercato. Da una pesante modificazione dei rapporti interni ai gruppi di lavoro dove orizzontalitàcondivisionecircolarità ed assenza di competizione e verticalità divengono non solo parole ma comportamenti.

Qui si rischia di dover lavorare fra la gente, poco disposta ad ascoltarci e profondamente delusa ed arrabbiata da e con quella che chiamammo sinistra.

Si rischia di diversi inoltrare in una operazione di crescita, anche spirituale, verso la creazione dell’Uomo Nuovo. Di dover indossare un metaforico saio di juta per inoltrarsi in una pietraia popolata di vecchi fantasmi. Anche personali! Ed è tutto un altro mondo, fatto di fatica e di pazienza.

Si rischia di dover mettere in forse la propria partecipazione attiva a questo sistema, il proprio ruolo di Socio Consumatore di doversi togliere degli illusori occhiali rosa, spegnere il cristallo sognante e guardare la realtà.

Si rischia di dover iniziare dai territori, dall’ABC e dal lavoro minuto, rinunciando alla patina dell’intellettuale un po’ annoiato. Di dover riconquistare con pratiche virtuose una credibilità perduta per dabbenaggine e cupidigia.

Perdonate la disquisizione ma il Tao è Uno sia bianco che nero, non perfetto, contaminato, ma si può scegliere dove essere e non è tutto uguale il bianco non è uguale al nero pur essendo contenuto in un unico simbolo. Così possiamo scegliere e dovremmo essere noi, la massa critica, a poterlo fare, non i leaderini che ci inventiamo così spesso a riempire lo spazio delle sacre icone.

Un’AreA di progresso e Civiltà che accetti la sfida insita nel suo nome, che sappia proporre una visione ed un mondo, partendo da quel che c’è, che abbiamo fatto che siamo.

Che accetti di essere, per sé stessa e non in appoggio o scorta di qualcuno. Per ritornare al vecchio termine che pure non amo una Sinistra Vera per la quale non esistano dubbi di cosa si stia parlando quando se ne dice.

Un’utopia senza l’uomo nuovo mi direte … infatti!