Se dovessero chiedermi un solo aggettivo per descrivere questa lettura, a primo impatto e senza pensarci una volta, risponderei: inaspettata.
Inaspettata è stata la possibilità di leggere questo libro di Serena Marotta.
Inaspettato è stato lo stile poco convenzionale. Diretto, senza giro di parole o fronzoli: come se noi stessimo agendo insieme a Giada, la protagonista.
Inaspettato è stato l’apprezzamento immediato di uno stile mai letto (complice anche la bravura dell’autrice).
Inaspettata è stata la protagonista, con la quale a un certo punto avrei tanto desiderato prendere un caffè, parlarle, consigliarla.

Inaspettata è stata anche la storia bilaterale, una romantica e una più psicologica e introspettiva (mi si passino i termini).
Inaspettato è stato tutto: ho inizio la lettura credendo di aspettarmi una cosa e l’ho conclusa chiudendo l’ultima pagina di un qualcosa che mai mi sarei immaginata.
Non voglio sprecare tutti gli aggettivi del vocabolario per descrivere questo romanzo, risulterebbero troppi e apparirebbe forzato.
Il termine inaspettato rispecchia a pieno questo libro: un romanzo inaspettatamente bello, inaspettatamente travolgente e dall’immedesimazione inaspettata.

Un inaspettato bello, di quelle sorprese che ti fanno sorridere e che non ti aspetti, ma che poi ringrazi perché sono arrivate.
Trovo inutile anche parlare di Giada, Paolo e Luigi… ormai li sento miei, come fossero amici di vecchia data e qualsiasi cosa detta mi darebbe l’impressione di parlare alle loro spalle.
O ancora, spendere parole per Claudia, Simona e tutte le altre persone che Giada ha conosciuto in questo suo “viaggio”. Sarebbe, in questo caso, come violarne un segreto.

Per cui buongiorno amici, in questo mese di agosto (tra turni di lavoro estenuanti e piccole apparizioni a mare)ho avuto il piacere di leggere “Sensi. Uomini di un certo tipo” di Serena Marotta. Un libro che ha accarezzato l’uomo e le sue mille sfaccettature nel profondo senza mai essere invadente o eccessivo.
Un libro che è stato una sorpresa inaspettata… e lasciatemelo dire, me ne facessero più spesso di sorprese così.

Simona Contaldi