Primo romanzo del palermitano Giankarim De Caro, “Malavita” è storia di prostitute, di “pulle”, per la precisione, visto che si consuma a Palermo dai primi anni del 900 alla seconda guerra mondiale.
Storia triste, crudele, essenziale.
De Caro adotta uno stile narrativo senza fronzoli e senza coloriture emotive. I fatti si susseguono determinati da una “logica” che oggi appare insopportabilmente violenta e inaccettabile, ma allora era agita e subita come ineluttabile.

Le donne, le ragazzine, “lavorano” per il capriccio, il piacere, la convenienza degli uomini. A loro non è concessa alcuna via di scampo, resta la rassegnazione, la sopravvivenza, qualche effimero vantaggio, finché non impazziscono o si spengono.

Un romanzo che sa di cronaca, dunque, e che dal suo particolare vertice di osservazione riesce a raccontarci con grande efficacia anche dell’epoca, della società in cui si svolge e, via via dei suoi cambiamenti.

di Turi Rubino