Di Giandiego Marigo                                                                                               08/01/2020

Mai “frase celebre” fu più adatta alla bisogna, più attinente  al periodo storico. Il fatto che l’abbia pronunciata un uomo come il Mahatma Gandhi (una icona della non -violenza) è un valore aggiunto.

Un uomo che non ha mai smesso di lottare contro l’imperialismo ed il colonialismo, non un pacifinto, ma qualcuno che si è preso la responsabilità.

Non siamo qui ad elevare nuove icone santificate su improvvisati altari, non sono tempi questi per Dei di cartone … tutt’altro.

Ne abbiamo abbastanza, sinceramente, di divinità vendicative, di dei degli eserciti, si benedizioni delle armi … di crociate e jjhad.

Gli USA nella loro farneticazione imperiale, nella follia auto-giustificativa che li vede padroni del mondo e punta di diamante del capitalismo mondiale, autorizzati a qualsivoglia eccesso ed abuso in nome della superiorità del loro modello, stanno trascinando tutti in un’avventura senza ritorno.

L’Iran dell’islamismo dogmatico e retrivo, non è solo e non sarà una nocciola facile da spaccare, anzi potrebbe essere e sarà l’innesco di un incendio senza fine. Lo sappiamo tutti e lo ripetiamo da anni. Ripetutamente Russia e Cina hanno dichiarato di non volere alcuna avventura militare su quel territorio.

Anche se la logica folle del colpo su colpo non ci appartiene e non la condividiamo non possiamo che annotare che sia esattamente quel che sta avvenendo con l’attacco missilistico iraniano alle basi USA in IRAQ.

La Storia, ammesso che resti qualcuno per scriverla e studiarla, attribuirà le responsabilità più sottili e meno evidenti, nonostante siano quasi sempre i vincenti a scriverla, ma nel frattempo noi dovremmo restare inerti? Arrenderci all’ineluttabilità della guerra?

Dovremmo restare  fermi e subire l’affronto di una guerra senza reale senso, in nome di due modelli sociali che non ci appartengono e con prospettive e visioni che ci inorridiscono? Davvero l’umanità è così senza speranza e senza prospettiva? Oppure questo è il finale, in fondo logico e prevedibile, d’una stupidità che si perde nelle radici della nostra stessa storia ,nelle scelte spirituali e filosofiche che abbiamo via via operate.

Un urlo dovrebbe levarsi dal mondo intero un canto di pace, che si prenda la responsabilità,

Il pacifismo non è indolore ed ancor meno assopito e può, deve essere molto radicale ed alla fine “si mette di traverso” alla marcia, tragica e funebre, di un capitalismo arrembante e completamente fuori controllo … Assassino e depopolatore. Non è una passeggiata di salute con sventolio di bandiere colorate, ma un momento di lotta e di autocoscienza. NO ALLA GUERRA, NO ALL’UMANA STOLTEZZA.

Il pacifismo verrà definito da molti , dai pattriottardi, occidentalisti, disegnatori di confini e inventori di muri … diserzione o viltà … eppure è la strada della vera civiltà.

Il mio è un invito alla rivolta non violenta? Alla non accettazione? Forse, ma lo sdegno di chi non vuole vedere il massacro del mondo in nome degli interessi di una elitè ristretta e crudele è l’unica possibilità per la pace.

Iniziamo con l’opporci alla partecipazione dell’Italia, a qualsiasi titolo passivo o attivo, alla crociata demenziale del presidente USA.

Iniziamo con il chiedere all’Europa di condannare e isolare i guerrafondai, quand’anche sventolino bandiere a stelle e strisce. Chiediamo verità, chiarezza e troviamo il coraggio di mettere in dubbio, di rifiutare, di opporci. Di non credere in questo modello di mondo e di volerne uno migliore. Dall’altra parte della bilancia … l’orrore!