di Paola Derito
Mi raccontavi di quando riuscire a sfamarsi con bucce di patate, trovate nella spazzatura, era un’occasione davvero “speciale”; spesso il pasto quotidiano era composto dai rifiuti dell’infermeria. Lo stomaco, che forse neanche poteva più considerarsi tale, ormai accoglieva qualsiasi cosa potesse riempirlo un po’.

Mi raccontavi di quando vedevi scomparire “compagni di guerra” nelle stanze della morte.
Guerra! Parola oggi troppo pronunciata, ma, in molti casi, realmente compresa.

Mi raccontavi dell’amico fucilato, sol perché faceva “Italiano” di cognome.
Mi raccontavi di quegli 80 chili di uomo che eri e di quei 38 chili di ossa che eri diventato.

Mi raccontavi della dignità perduta, della vita perduta, della vita negata.

Mi raccontavi degli incubi che ti hanno sempre perseguitato, che solo più tardi, molto più tardi, hanno voluto lasciare spazio all’amore; quell’amore che pensavi non dover più conoscere, l’amore per una donna, l’amore per i figli.
Mi raccontavi che, dopo anni di silenzi, sei riuscito a fare un patto, un patto con te stesso ma soprattutto con la vita: “non esiste patria! Esiste il Mondo. Il Mondo Libero!”.

Mi raccontavi questa “storia” e questa è la mia Memoria!

(fonte immagine:web)