Prognosi di tre giorni per stati d’ansia alla dottoressa aggredita a sprangate al pronto soccorso Vittorio Emanuele di Catania per aver chiesto a una signora di rispettare i turni. Una donna ha infatti preteso che la minore che accompagnava venisse subito visitata senza passare dal triage. Da qui ha afferrato l’asta che supporta la flebo e l’ha usata per colpire il medico.

A darne notizia nei giorni scorsi è stato il sindacato Anaao Assomed Sicilia chiedendo l’intervento del prefetto Silvana Riccio, del sindaco Salvo Pogliese e dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

Sulla questione è intervenuta il ministro della Salute, Giulia Grillo, che ha espresso il suo sconcerto sull’accaduto e grande preoccupazione. «Purtroppo non sono casi rari e isolati, sta diventando una pericolosa costante che non ha e non può avere spiegazioni in qualsiasi modo accettabili – afferma il ministro -. Questo grave fenomeno mi aveva già convinta della necessità di un intervento legislativo. Presenterò presto un ddl, che stiamo valutando col ministero della Giustizia, che va nella direzione di un inasprimento delle pene per le violenze commesse nei confronti del personale sanitario».

Intanto solidarietà è stata espressa alla dottoressa dalla sigla sindacale: «Ancora oggi – afferma Antonino Palermo, il segretario  regionale di Anaao Assomed Sicilia – assistiamo all’ennesimo episodio di violenza al pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Catania, dove una dottoressa è stata aggredita e presa a sprangate».  E ha aggiunto: «Responsabilità strutturali, mancata vigilanza, carenza di organico, mancanza di rispetto nei confronti degli operatori sanitari: poco importano le motivazioni! È inconcepibile  – dichiara Palermo – che un professionista vada a lavorare e debba rischiare la sua incolumità. È giunto il momento di dire basta!».

Serena Marotta