di marigo giandiego

Il vostro umile scrivano vive nel Nord, non a Palermo, purtroppo gli tocca, anche se un poco dispiace di non godere della bellezza di questa città e della Sicilia intera. Soprattutto di non essere, fisicamente, vicino al fermento delle idee che oggi caratterizza e contraddistingue, pur tra mille problemi ed ostacoli, la rivalsa civica del Sud.

Non è nemmeno siciliano sebbene possa vantare un quarto di Meridionalità, che mena a vanto. Dicevo che mi dispiace non vivere nel meridione d’Italia, universalmente noto per la bellezza, non certo e fortunatamente non solo, per i vizi ed i mali che lo contraddistinguono. Anche se oggi, diciamolo, sarebbe assurdo pensarli solamente al Sud.

ANSA ci consegna la notizia del Blitz antimafia che tocca Palermo in particolare, ma che si estende a Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia -Romagna e Toscana (a dimostrazione del fatto di come la Mafia non sia , da tempo, un fenomeno solo locale o solo meridionale.)

Gli interessi indagati sono quelli di importanti Famiglie palermitane, non devo certo arrivare io a presentarvele i Ferrante ed i Fontana. L’indagine riguarda gli appalti del cantiere navale di Palermo, le attività del mercato ortofrutticolo, le scommesse e le slot machine on line, oltre ai settori più tradizionali del traffico di droga e delle corse dei cavalli. Questa la notizia, corredata da alcune considerazioni (soprattutto nel titolo) che invitano ad una riflessione sull’ingerenza della Mafia nelle operazioni della ripresa post-Covid. Ed allora facciamola questa riflessione, come al solito, lasciando ai giornaloni mainstream l’onere dei riferimenti, con i quali ci delizieranno. Noi ci accontenteremo delle deduzioni e del libero pensiero.

Alcune rapidissime considerazioni! All’ingerenza della Mafia nella cosa pubblica non ha certo giovato la scarica (si spera momentanee e si spera che poi li ritroviate tutti) liberazioni dal 41bis di numerosi boss, bossettini e gregari. Ma anche prescindendo la natura delle motivazioni d’indagine deve far riflettere, alcuni settori tradizionali ai quali si aggiungono appalti, ormai connaturati alle attività mafiose, ma soprattutto il gioco d’azzardo, tento caro allo Stato da riaprirlo prima dei Parrucchieri, dei Dentisti, dei cinema e dei teatri. Quasi persino prima delle librerie. Gioco d’azzardo che oggi in tutto il paese è sempre più piaga sociale e che con assoluta ipocrisia viene “accarezzato” dalla politica italiota. Gioco d’azzardo in cui lo Stato è co-gestore e sotto certi aspetti prestanome e complice. Così come nelle corse dei cavalli, mai veramente sotto i fari di un’indagine seria.

Che la Mafia ami gli appalti è cosa nota eppure la chiarezza in proposito è molto, troppo al di la dal venire. L’autonomia delle autorità locali , in proposito, le turbative d’asta (Quando ed ammesso che aste e gare ci siano, qui in Lombardia, per esempio, si saltano molto spesso). La tendenza a perdonare ed a tollerare, in nome di presunti segreti di stato o di interessi superiori, le connivenze, gli appoggi esterni, le truffe elettorali, la corruzione e la complicità della politica con la Malavita organizzata non ha certo giovato alla trasparenza, nonostante la presunta, strenua e continua lotta dello Stato contro la Mafia. Si badi qui non si sta parlando o peggio sparlando dell’eroismo di alcuni uomini dello stato che non hanno mai smesso di fare argine anche a costo della propria stessa vita, ma della “struttura politica” che li ha così spesso traditi, dimenticati, ignorati … vilipesi.

LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA!

Ne siamo assolutamente convinti. Lo ripetiamo da anni. Molti cittadini lo urlano ormai palesemente superando le omertà e la paura … ma è una montagna che pochi sfidano ed ancor meno si apprestano a spalare. Non stiamo parlando delle periodiche e coraggiose indagini e blitz (Questi ultimi per esempio stranamente, anche se sempre opportunamente, svolti appena poco dopo lo scandalo delle liberazioni dal 41bis), ma del lavoro sulla gente, dell’intervento reale di una visione diversa, di un mondo dove i rapporti di forza e di relazione non favoriscano il modello mafioso, dove la politica non cerchi e non trovi oscuri appoggi, dove essa stessa rifugga nelle proprie pratiche i medesimi atteggiamenti che contraddistinguono il rapporto mafioso, per esempio nella gestione della sanità. Dove clientelismo, cultura della raccomandazione, gestione amicale e di parte, rispetto della struttura verticale più o meno palese e legale, omertà e silenti complicità non trovino spazio nei rapporti “normalizzati” fra le persone. .

Dove la cultura popolare e la propagazione ideale di un modello diverso di vita trovino il giusto e doveroso spazio di affermazione. Dove il peso del danaro abbia meno rilevanza di quello dell’onestà e della pulizia morale … e si badi non nelle dichiarazioni più o meno di principio, di cui sono piene le campagne elettorali e le dichiarazioni vuote della politica nostrana (da Nord A Sud), nonché le fosse di quelli che ci hanno fermamente creduto, ma quella del fare, dell’essere, dei comportamenti.

Per finire, sicuramente nello stesso staff di Radio Off ci sono personaggi molto più qualificati di me, nell’affrontare questo argomento … ma ho voluto dire comunque la mia, spero mi tollererete.

(fonte immagine:web)