.di giandiego marigo                                                                                   15/12/2019

Cosa è L’uomo nuovo? Una soluzione retorica gramsciana, una elucubrazione anarcoide che poi si fa utopia? Un pretesto filosofico inesistente? L’uomo nuovo è prodotto del mondo nuovo oppure è la sua ragione?

Ci si interroga da millenni su questo argomento è pane per filosofi e teologi … ma nel mondo delle cose reali dove sta? Che attinenza ha con la contemporaneità? Perchè in secoli di vicissitudini storiche non è mai venuto alla luce?

Certo il sistema, il potere, il capitalismo … tutte queste entità, più o meno collettive che siano, hanno frenato quando non represso la sua nascita. I Giordano Bruno finiscono bruciati da sempre, ma da uomo di poco conto, da scrivano compulsivo quale sono io credo che non basti come scusa. Questa è una scusa, appunto.

L’Uomo Nuovo non c’è perchè trasformarsi è faticoso, doloroso, perchè cambiare scompiglia le certezze, le sicurezze i riferimenti. Perchè il potere, alla fine è consolatorio … è tanto, tanto più facile dire “io ho combattuto, ma che ci volete fare questa è la vita”. La frase antica “bisogna pur vivere” è il rifugio per chi si arrende alla propria stessa mancata trasformazione.

Il coraggio della novità, di essere il nuovo, dentro. Il coraggio di una nuova immagine del divino, il coraggio dell’eresia, del dissenso e badate non sto parlando della citazione compulsiva di testi ritenuti alternativi, non sto parlando della modificazione dello Stato, ma del suo annullamento.

Sto parlando dell’orizzontalità, laddove il mondo ha praticato da sempre la verticalità; della circolarità dove prima esisteva il piramidale; della condivisione dove prima c’era il possesso.

Sto parlando d’un divino che comprende, che accoglie, che non giudica, che non comanda, che non è personalizzato non è padre e non è madre, che non pretende adorazione e templi, ma che esiste in ognuno di noi perchè è noi.

Sto parlando d’un mondo senza confini, senza razze, senza competizione e senza cibo derivato dal dolore e dalla morte.

Sto parlando dell’amore inteso come qualità superiore al sesso, al possesso, alla gelosia, al genere; incondizionato e che non pretende indietro quel che è disposta a dare.

Sto parlando dell’homo superior che è protettore e non padrone perchè non ha bisogno di possedere quello di cui è componente indispensabile. Parte, appunto e non apice; sto parlando d’un pianeta vivente che noi finalmente riusciamo ad ascoltare.

Utopia? Farneticazione? Certo comodo definirla così, fatelo se vi pare, non cambia la mia vita, non modifica il mio livello di coscienza, non appesantisce il mio karma umilia soltanto voi … accomodatevi pure ci sono abituato.

L’Uomo Nuovo lo uccidiamo noi ogni giorno quando imponiamo questo sistema ai nostri figli trasformandoli in orribili zombies telecomandati dallo stesso potere che ci possiede.

Lo uccidiamo in noi rifiutando i dubbi, le tenerezze, la voglia di fuggire, ogni giorno accettando il giogo ed il ricatto del lavoro in questo sistema.

Lo uccidiamo uccidendo i nostri sogni sull’altare del Mostro Pragma.

Lo uccidiamo rifiutando la follia, la diversità, la compassione.

L’uomo nuovo non è ancora nato perchè lo abbiamo obbligato in regole, prescrizioni, modi d’essere, calcoli e deduzioni scientifiche, metodi economici, dottrine politiche. Regole su regole sostituendo alle regole altre regole, potere che sostituisce altro potere … e non vi chiederò scusa per queste ultime ripetizioni, l’ho fatto apposta.

(photo Brusa )