Io lavoro e penso a te

torno a casa e penso a te

le telefono e intanto penso a te

Come stai? E penso a te

Dove andiamo? E penso a te

Le sorrido abbasso gli occhi e penso a te

Non so con chi adesso sei

non so che cosa fai

ma so di certo a cosa stai pensando

è troppo grande la città

per due che come noi

non sperano però si stan cercando cercando

Scusa è tardi e penso a te

ti accompagno e penso a te

non son stato divertente e penso a te

sono al buio e penso a te

chiudo gli occhi e penso a te

io non dormo e penso a te

 

“E penso a te” è uno dei tanti brani del cantautore e compositore di Poggio Bustone che ha chiuso gli occhi per sempre 19 anni fa a Milano. Era appunto il 9 settembre del 1998. Aveva 55 anni.

Chi non ha sognato con i suoi testi, la sua voce, le sue interpretazioni. Lucio Battisti è e ancora vive grazie alle sue creazioni, con i suoi brani che si tramandano da generazioni. Ha contribuito a scrivere una delle pagine meravigliose della musica italiana. Fautore di stili e generi diversi, spaziava dal rock al rhythm and blues.

Ha lasciato un’eredità musicale strepitosa: venti album in studio pubblicati tra il 1969 e il 1994, esplorando sonorità musicali sempre diverse o componendo classici della musica italiana come: “Un’avventura”, “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Emozioni”, “Pensieri e parole”, “Il mio canto libero”, “Una donna per amico” e “Una giornata uggiosa”. Sono solo alcuni brani che hanno accompagnato le sere passate in spiaggia con la chitarra sotto la luna a respirare l’odore del mare della gente che lo ha amato.

Ha collaborato con un grande: Mogol. Ha scritto brani che sono stati interpretati da altri artisti come Mina: “Insieme”, “Io e te da soli”, “Amor mio” e “La mente torna”. Solo per citarne alcuni, ma la lista di brani è lunga.

Il suo ultimo concerto segreto fatto in un bar della California nel 1977, poi il rifiuto per telecamere e giornalisti. Quindi la decisione di non apparire più in pubblico per oltre un ventennio. È sempre stato una voce ribelle, una persona riservata. Impeccabile nella sua originalità. Un mito che non si dimentica.

Serena Marotta