C’è una antimafia fasulla ed anche un po’ truffaldina in giro per la nostra città. Una antimafia che si mette in mostra davanti le telecamere nei giorni comandati per poi apparire nelle loro vere vesti cioè quella di gestori del malaffare, quella che per soldi hanno venduto al mercato dei polli ciò che una società civile aveva con fatica costruito. Proprio una antimafia da due di coppe con la briscola a mazze. E’ una debacle per il popolo antimafia ed i nomi sono di quelli altisonanti, mica roba da ultime file, no proprio nomi di coloro che avrebbero dovuto tenere alto il senso della legalità.

Partiamo dalla signora Saguto che avrebbe dovuto gestire per conto dello stato i beni sequestrati ai mafiosi, cosa che in effetti ha fatto con la sola variante che quel potere le serviva per gestire a modo proprio i beni e le consulenze da affidare agli amici ed ai figli degli amici. Tirata fuori questa storia da Pino Maniaci direttore di Telejato, la ex giudige Silvana Saguto si trova adesso sotto processo e dimessa dalla magistratura con il blocco addirittura dello stipendio. Il partecipare ad avvenimenti antimafia  la rendeva al di sopra di ogni sospetto, mentre sotto sotto  vi era una organizzazione che mangiava e beveva alle spalle dei contribuenti con consulenze milionarie.

Altro personaggio che passerà alla storia come un falso storico dell’antimafia è di certo l’ex presidente della camera di commercio di Palermo, che per conto di questa  gestiva gli spazi commerciali dell’aeroporto di Palermo. Si proprio quello intitolato ai due veri eroi antimafia Falcone e Borsellino. Bene: per chi non lo sapesse il signor Roberto Helg proprietario di negozi a Palermo e massimo dirigente della C.C.I.A.A. era uno dei più quotati paladini dell’antimafia, partecipando a molte iniziative e rilasciando diverse interviste nel merito. E fino qui niente di anormale, ma purtroppo il diavolo fa le pentole senza i coperchi. Ed ecco che il signor paladino dell’antimafia viene beccato dalla guardia di finanza con la mazzette in tasca, richiesta al commerciante Santi Palazzolo per il rinnovo dello spazio che già occupava regolarmente con la sua attività di pasticceria dentro l’aeroporto.

Invece è notizia di questi giorni che un’altra indagine delle forze dell’ordine porta agli arresti domiciliari il vice presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante reo di avere messo su una rete di spioni reclutati tra le forze dell’ordine ed imprenditori, tutta gente posta sotto le sue retribuzioni. Adesso è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di esponenti delle forze dell’ordine. Non va in galera perché malgrado alcune sue frequentazioni con alcuni mafiosi non ci sono elementi per accusarlo di associazione mafiosa. L’accusa che gli viene contestata dagli inquirenti di Caltanissetta riguarda la creazione di una rete di “spionaggio atta a seguire una indagine nei suoi confronti scattata tre anni fa a seguito di alcune dichiarazioni di pentiti di mafia.

Ecco  questa è una certa antimafia istituzionale, quella che dovrebbe portare valore aggiunto, quella che di giorno si prodiga a parole verso l’istituzione della legalità e di notte invece trama per i propri interessi.

Liborio Martorana

(Fonte immagine:web)