Stanotte, come sempre sfruttando e alimentando la mia insonnia ho letto il libro di esordio Michela Belotti, che si intitola “La corsa”.

In effetti, il libro si apre con la protagonista che corre a perdifiato per ottenere il più grande premio che si possa immaginare: la salvezza.

Sara è ferita, angosciata e confusa. Ed è tutto comprensibile, soprattutto se consideriamo che, per lo stress, ha perso la memoria di tutto ciò che riguarda il motivo di quella corsa. Come è finita in quel viale alberato che sta percorrendo? Chi l’ha ferita? Perché?

Ho provato a immedesimarmi in questa giovane donna e ho provato una sensazione di terrore.

Terrore acuito ancora di più quando Sara da vittima, sembra diventare agli occhi di chi indaga, colpevole di avere aggredito a sua volta e di essere stata ferita durante l’aggressione.

E lei continua a non ricordare niente… decisa a capirne di più, ci porta per mano nelle sue personali indagini a ritroso nella propria vita per capire, ricordare, intuire.

Potrebbe essere un libro angosciante (il che non è sempre negativo, per gli amanti del genere), anche perché quello che è accaduto a Sara ci si rende conto, via via che la storia si dipana, che potrebbe accadere a ciascuno di noi e invece è anche divertente, perché scritto con leggerezza e ironia.

Peccato che ci siano troppi sguardi languidi e batticuori tra i protagonisti, che mi rovinano un po’ la suspense, ma al di là di questo, ve lo consiglio caldamente.

 

a cura di Marina Caserta