di Serena Marotta e Clotilde Alizzi

 

Era una donna sensibile, coraggiosa, determinata. Era una “signora giornalista”. A lei, questa mattina, è stato intitolato il liceo linguistico di Cesena. Lei era Ilaria Alpi, la giornalista che è stata uccisa a Mogadiscio il 20 marzo 1994, insieme all’operatore Miran Hrovatin. Grazie alla determinazione dei suoi genitori (che oggi non ci sono più), il caso è rimasto aperto, tra vari tentativi di depistaggio e di scrivere la parola fine. Loro si sono sostituiti agli inquirenti, da subito, sin dal giorno del funerale della loro figlia. Proprio ieri è stata depositata dalla Procura di Roma una nuova richiesta di archiviazione. Un ennesimo tentativo di mettere la parola fine, senza che si arrivi ad avere verità e giustizia. Ma l’opinione pubblica e tutti vogliono sapere la verità, vogliono che si faccia chiarezza su quello che avvenne per le strade di Mogadiscio quel 20 marzo del ’94, durante il settimo viaggio di Ilaria, l’ultimo. Sono passati quasi 25 anni ed è stato detto tutto e niente. Ancora non si conoscono i mandanti e gli esecutori di quella che è stata un’esecuzione. Eppure Ilaria e Miran sono morti perché credevano nel loro mestiere, perché volevano raccontare la verità. Volevano raccontare dei traffici d’armi e di rifiuti che hanno divorato quella terra, martoriata dalla guerra civile, con la complicità dell’Italia. Tre processi, una commissione parlamentare d’inchiesta, un’innocente che è stato in carcere per 17 anni (e scarcerato a marzo scorso). Stamattina all’incontro con i ragazzi e i docenti del liceo linguistico Ilaria Alpi, c’erano: Mariangela Gritta Grainer già presidente dell’associazione Ilaria Alpi, il giornalista Francesco Cavalli, Fabio Gagliano editore e scrittore di Informazione libera, la scrittrice Clotilde Alizzi e in collegamento da Palermo la giornalista Serena Marotta, autrice del libro “Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi”. Un libro, pubblicato da Informazione libera, il 9 marzo scorso, che racconta la storia dell’inviata del tg3 e di questi lunghi anni di depistaggi. La tavola rotonda si è tenuta nell’aula magna della facoltà di Psicologia di Cesena a partire dalle 8.30 con le classi terze, quarte e quinte e si è svolta su due turni alla presenza anche delle autorità. L’idea di intitolare il liceo all’inviata del tg3 uccisa a Mogadiscio 25 anni fa è stata dei docenti e dei 1030 studenti. A loro, a questa meravigliosa platea si deve un grazie. Un grazie per l’interesse mostrato e per aver animato il dibattito. È stata un’occasione per ricordare. Una lezione di vita per i giovani, che non ha tralasciato neppure di citare uomini del passato e i loro insegnamenti, così si è parlato di Gramsci, di Pasolini: “Io so” che, di Ilaria ne ha procurato la morte.

foto: Fabio Gagliano

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