di Ornella Mallo
Il tema dell’adulterio femminile ha affascinato i più grandi scrittori, che lo hanno trattato di volta in volta muovendo da angolature diverse, e hanno segnato autentiche svolte nella storia della letteratura. Da Balzac, nel racconto “La grande breteche”, a Flaubert con “Madame Bovary”, a Tolstoij con Anna Karenina. Fino alla moderna Alice Munro, nel racconto “Quello che si ricorda”, contenuto in “Nemico, amico, amante”, e così via.
Tutti gli autori finora citati colgono sfaccettature diverse nella donna adultera, e il loro sguardo varia dalla critica di Flaubert, che mette in risalto la grettezza della protagonista, vittima di se stessa, nell’inseguimento del sogno irrealizzabile, da cui il termine “bovarismo”; alla considerazione di Tolstoij, che comunque riconosce alla Karenina una bussola morale, da cui la conflittualità  caratteristica del personaggio; per arrivare all’atteggiamento di comprensione della Munro: la protagonista del racconto si servirà della rievocazione della sua passione per un uomo diverso dal marito, per sopportare la quotidianità opaca del suo matrimonio.
Lo sguardo che ci propone Patrick Mc Grath è assolutamente originale. Infatti l’autore propone un punto di vista psichiatrico. L’opera è del 1996 e si apre con il seguente incipit: “Le storie d’amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale da molti anni. Si tratta di relazioni la cui durata e intensità differiscono sensibilmente, ma che tendono ad attraversare fasi molto simili: riconoscimento, identificazione, organizzazione, struttura, complicazione, e così via. La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca”.
A parlare è Peter, il neuropsichiatra che ha in cura Stella, la protagonista. La sua voce è quella narrante per tutta la durata del romanzo. Peter è uno dei protagonisti maschili, insieme a Edgar Stark, l’amante di Stella, Max, il marito, e Charlie, il figlio. E’ una storia tragica, in cui spicca la personalità di una donna intrappolata in un matrimonio borghese, contratto con uno psichiatra di gran fama; un legame tanto stabile e sicuro, quanto infelice.
Infatti Max è un uomo non empatico, che non prova alcuna compassione né comprensione per la moglie, che dibatte le sue ali inutilmente nel manicomio in cui vive accanto al marito.
La donna viene manipolata da Stark, che è lì rinchiuso per avere ucciso la prima moglie, una prostituta, in preda a una crisi di gelosia.
Stella, nella sua ansia di liberarsi della gabbia in cui è rinchiusa, cade nella trappola di Edgard.
Lo idealizza, minimizzando il suo passato e la sua pericolosità, al punto da seguirlo ed evadere dal manicomio con lui, accettando uno stile di vita opposto a quello che conduceva col marito: una vita di stenti, in cui però a dominare è la passione e la sregolatezza. Vittima di questa ossessione, si allontanerà anche emotivamente dalla famiglia di origine. Per cui, quando ritorna col marito, in un tentativo di conciliazione, in realtà è assente al punto da vedere affogare il figlio Charlie nel lago, senza muovere un dito per salvarlo. Crede di vedere Edgard, non il figlio: non intervenendo, intende punire il suo amante, salvo poi lasciarsi macerare dai sensi di colpa, nel momento in cui acquista consapevolezza della gravità di ciò che ha fatto.
Di Stella si innamorerà perdutamente anche Peter, lo psichiatra-amico che la riaccoglierà nel manicomio per curarla. Il suo affetto determinerà in lui un atteggiamento protettivo, che sarà causa involontaria della tragedia finale: Stella morirà suicida assumendo una dose letale di sonniferi, nascosta nel reggiseno.
Il libro è interessantissimo e costruito con doviziosa attenzione verso le sfumature psichiatriche del delirio a due dei protagonisti. Vengono così sottoposte al lettore tematiche interessanti e attuali, in una società in cui il problema del femminicidio è costantemente sotto la luce dei riflettori.
Tratta infatti il problema della dipendenza affettiva, della manipolazione, dell’ossessione. Ma anche quello dell’incomprensione, della mancanza di empatia tra esseri umani. E’ pure contemplato uno sguardo al sociale: la classe borghese viene descritta nella sua spietata freddezza dallo scrittore, che mette in risalto anche il disagio in cui vive la fascia povera e reietta della società inglese.
Patrick Mc Grath sa tenere alta la tensione per tutta la durata del libro: il suo stile realistico e incalzante avvince dall’inizio alla fine. “Follia” si legge in pochissimo tempo, perché incatena il lettore alla storia di Stella fino al suo tragico epilogo.

(fonte immagine: web)