E’ un Fabrizio Ferrandelli a ruota libera quello che viene fuori nella conferenza stampa tenuta subito dopo l’interrogatorio riguardante l’avviso a comparire, ricevuto dalla procura di Palermo per voto di scambio politico – mafioso. Una difesa a spada tratta, la sua, che tratta  una storia personale fatta di etica e di moralità, di volontariato nei quartieri popolari e di antimafia cominciata il giorno dopo le bombe del ’92.

Il candidato sindaco del capoluogo siciliano ha spiegato sin nei dettagli, con documenti alla mano, che lui con certa gente non ha mai avuto a che fare, ribadendo soprattutto che non ha mai incontrato nessuno da solo ma sempre accompagnato dalla squadra che lo seguiva in campagna elettorale.

Questa vicenda, tendente  a sconfinare nell’assurdo, vuole mettere in difficoltà il mio operato politico. Mi sento amareggiato e con me la mia squadra e la mia famiglia – ha affermato -, ma ciò mi impone il prosieguo in questa campagna elettorale. Non ho mai conosciuto il Tantillo di cui si parla, ne mai ho avuto a che fare con lui. Mi accusa di avergli dato ben 4mila euro in cambio di cento voti per la campagna elettorale delle comunali del 2012 e altri tremila per quella delle regionali 2013. Cosa assolutamente falsa, che stranamente arriva subito dopo il mio annuncio della discesa in campo per le comunali 2017. Per quanto riguarda il fatidico concerto, come  di regola ci siamo affidati a una società che organizza spettacoli, regolarmente pagata con bonifici provenienti da Banca Etica dei quali siamo in possesso. Non vedo, quindi, a che titolo avrei dovuto dare questi soldi al Tantillo. Lui parla di voti comprati, un centinaio per l’appunto, ma, se andiamo a guardare quelli presi nelle sezioni del Borgo Vecchio, scopriamo che si parla di  qualche decina, quindi queste accuse non hanno ne capo ne coda”.

Dopo avere dissipato ogni dubbio sulla questione giudiziaria, Ferrandelli comincia a parlare di un’altra notizia che lo riguarda. Secondo il quotidiano “La Repubblica”, alcune dichiarazioni di Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, e di Saverio Romano, esponente dell’ala moderata, parlano di accordi stipulati prima dell’avviso di garanzia e sospesi fino a quando il candidato sindaco non avesse chiarito la sua posizione con la magistratura.

Di certo, questo rilancio di Miccichè va a creare tensione tra i seguaci dell’ex enfant prodige della politica siciliana, dando l’occasione ai suoi avversari politici di dirne di tutto e di più, ben felici di potere assestare un colpo come un giocatore che fa gol a porta vuota. D’altronde, ormai il cittadino elettore in campagna elettorale è abituato agli scontri verbali, ai colpi bassi e a tutte quelle situazioni che stimolano i pruriti vendicativi verso qualsiasi candidato. Certe dichiarazioni e certi schieramenti, quindi, non fanno più scalpore, tranne che in quei soggetti del duro e puro che si ostinano a non volere accettare la logica che ormai i modi di fare politica, di interpretarla e di esporla, sono cambiati.

Non ci saranno simboli di partito nelle liste dei coraggiosi – aggiunge – ma è certo che noi accoglieremo chiunque voglia condividere e adottare il nostro progetto. Queste elezioni le vogliamo vincere e non mettere la bandierina della presenza, quindi apriamo le porte a coloro che, senza simboli di partito, vogliono convergere verso il nostro progetto multi-identitario.”

Ma ci si può scandalizzare di un Ferrandelli che, a detta di qualcuno, stipula contratti con Forza Italia mentre il Movimento 5Stelle a livello nazionale prepara accordi con la Lega di Salvini e con Fratelli d’Italia, in vista di una legge elettorale proporzionale? Oppure degli accordi che Orlando ha già fatto con il PD, coi socialisti di Vizzini e con alcuni esponenti del NCD?  No, niente di scandaloso se, alla fine, un pezzo di Forza Italia privo del simbolo seguirà Fabrizio Ferrandelli in questa corsa.  Altro discorso puntualizzato dal candidato sindaco è sul endorsement lanciatogli da Totò Cuffaro.

Io mi auguro, spero e credo – prosegue Fabrizio Ferrandelli – che non ci possa essere correlazione fra la mia attività politica, l’attività giudiziaria e una dichiarazione di Cuffaro, perché lo riterrei allarmante. Quanto alle parole dell’ex governatore della Sicilia, non vi trovo nulla di strano: non é una persona che fa politica attiva, non ricopre una carica e non posso impedire a nessuno di fare valutazioni su nessuno. Dal punto di vista politico può fare solo piacere ricevere tanti apprezzamenti in maniera così plurale e trasversale. Questo conferma che stiamo lavorando sodo e che in tanti si stanno accorgendo che, in questo momento di immobilismo della Sicilia, c’è qualcuno che si sta muovendo. Non ho mai votato Cuffaro, ne mai sono stato un cuffariano e Cuffaro non è un mio sponsor. La politica, poi, è in una fase liquida. C’è un cuffariano rispettato come Cardinale, che una settimana fa ha fatto un endorsement importante a Orlando, così come nella giunta Crocetta ci sono stati molti cuffariani”.

Naturale, soprattutto per i tanti cronisti presenti nella saletta del comitato elettorale dei Coraggiosi,  chiedergli cosa potrebbe farlo desistere dal continuare questa corsa alla prima poltrona della città.

Mi farei da parte solo se venissi condannato – risponde – ma io mi sento totalmente estraneo a questa storia e vivo del mio lavoro di bancario”.

Andando, poi, oltre le dichiarazioni di Miccichè, volendo ricapitolare ciò che sta accadendo a livello di movimenti più o meno tellurici all’interno delle forze politiche in campo, va notato che dentro il partito del Cavaliere qui a Palermo non tira una buona aria. Sono, infatti, diverse le anime che avrebbero preferito candidare l’avvocato Greco sin dalla prima ora di questa campagna elettorale. Stesso discorso vale per i rappresentanti della Lega di Noi con Salvini.

Hanno scelto Ferrandelli? Buon per loro. D’altronde – ha affermato Greco, appreso della virata verso Ferrandelli – mi si poneva un bivio che era quello di mettere da parte la mia professione dopo trent’anni di lavoro”.

Dalla parte orlandiana, invece,  continua il braccio di ferro con il PD che ha deciso di appoggiare l’attuale primo cittadino, anche se lo stesso Orlando non vuole simboli di partito nelle sue liste. Come del resto Ferrandelli, che lo ha chiesto agli eventuali sostenitori che vogliono affiancarlo.

In mezzo a tutto questo marasma parte in sordina la candidatura di Tony Troja, giovane musicista con le idee abbastanza chiare e un programma formato di pochi punti, ma tutti  ben definiti. Per lui, se non si farà fagocitare dalla violenza verbale del “tutti contro tutti“, potrebbe giungere un risultato non indifferente che gli permetta l’entrata in consiglio comunale. Altro outsider lanciatosi in questa campagna è il giovane giornalista e scrittore Ismaele La Vardera, candidato a quanto pare dai Movimenti Civici. Anche qui ritroviamo l’entusiasmo e la voglia di mettere la propria faccia in questa già preannunciata aberrante campagna elettorale. Per non parlare del candidato dei Cinque Stelle. Dopo tutte le schermaglie che il movimento ha vissuto, con una micro votazione online si è scelto Ugo Forello, ex Addio Pizzo, anche lui indagato in merito alla vicenda delle firme false. Infine, l’unica donna attualmente decisa a sedere sulla poltrona di primo cittadino, è Nadia Spallitta, la quale con la sua lista Palermo Città Futura tenterà di spodestare aspiranti probabilmente più titolati di lei.

                                                                                       Liborio Martorana