di giandiego marigo

Ho usato questo titolo calcistico, sebbene il mio interesse per l’argomento sia limitatissimo e nonostante una delle grandi rivelazioni del lockdown sia che si può vivere senza calcio.

Uso questo termine perché l’impressione che rilevo dal rimbalzare delle responsabilità a proposito della mancata istituzione della Zona Rossa di Alzano Lombardo e Nembro (nel bergamasco) dà esattamente questa impressione: una melina (gioco di passaggi infinito) che diventa con il passare del tempo il vecchio gioco della “Palla Avvelenata”.

Chi doveva istituire la zona rossa nei due paesi del bergamasco? Toccava al governo oppure alla regione … ad entrambi? Quanto la mancata istituzione ha influito sulla recrudescenza e la letalità del virus in quella zona? E qui entra in gioco la politica.

Innegabilmente si è giocato un inutile e letale gioco del fiammifero acceso, come suole nell’eterna campagna elettorale vigente nel nostro paese. La competizione ed il remarsi, vicendevolmente contro è stato PALESE e DRAMMATICAMENTE GRAVOSO, nei lunghi (decisamente troppo) giorni della serrata nazionale. Il gioco degli insulti, dei reciproci sgarbi istituzionali si è tradotto in confusione ed arbitrio.

Che molte regioni a gestione CDX remassero e remino ancora in senso contrario, che addirittura ostacolassero ed ostacolino, sottotraccia l’azione del governo è stato evidente (si veda per esempio il gioco delle tre carte sugli emolumenti della Cassa Integrazione Guadagni … gioco crudele ed omicida).

Si potrà lungamente discutere sulla reale gravità della situazione, sulla gestione dell’intervento , sugli abusi di controllo sicuramente perpetrati; ci piacerebbe inoltre che le domande poste dalla magistratura fossero anche altre e riguardassero l’ondata vaccinale forzata precedente al COVID nelle zone suddette, così come l’incidenza dell’inquinamento in quella zona fra le più problematiche del mondo. Ed è ovvio e giusto che questa discussione vada fatta (non strumentalmente, ma oggettivamente), ma il gioco dei reciproci sgarbi, degli insulti incrociati, delle menzogne strumentali c’è stato e se non vi è dubbio su chi lo abbia cominciato e perchè,  è oggettivo che il governo in carica ne abbia accettato la logica, giocando sul medesimo tavolo.

In un incrocio di competenze, di omissioni, di rimbalzi calcolati, di parabole ad effetto, dove gli unici a pagare sono come sempre gli ultimi fruitori, gli impotenti in fondo alla piramide.

L’autonomia delle regioni, decisamente eccessiva in tempi di emergenza, ha consentito agli amanti del gioco sporco, che abitano entrambe le tifoserie di sguazzare nel proprio fango, trasformando un’emergenza che si supponeva storica e grave in un pretesto di promozione personalistica se non addirittura di guadagno. Arrivando alla distorsione della verità, creando una confusione comunicativa e gestionale che è stata pagata , soprattutto, da chi, coraggiosamente ed altruisticamente, si trovava in prima linea.

Oggi la magistratura pone domande, encomiabile, ma abbastanza solito. Abbiamo visto sin troppe volte PM svolgere puntigliosamente il loro lavoro e la politica salvare sé stessa … troppe volte! Su questo argomento non esistono fazioni, improvvisamente si dimenticano le tifoserie e si creano strani incroci, tragiche alleanze … ed il risultato è sempre lo stesso: tonnellate di sabbia a sommergere qualsiasi velleità della magistratura, segretazioni, prescrizioni, tempi biblici … o più semplicemente un voto contrario del parlamento.

Il tentativo di creare una commissione d’inchiesta regionale beffa, con l’indagato che sceglie il suo giudice c’è già stato ed ha sollevato scandalo, ma per una volta la minoranza in regione Lombardia ha agito come se esistesse davvero un’opposizione. Le dimissioni dell’Italiavivista Patrizia Baffi (eletta alla presidenza di commissione con i soli voti della destra) sono notizia di portata nazionale. Però il gioco assurdo dei falli, dei passaggi strumentalmente sbagliati, dei rimpalli continua, in un vortice mediatico che serve soltanto ad allontanare la verità, ad ometterla, a farla sembrare introvabile e relativizzata a tal punto, da non poter essere raccontata; e come al solito a pagare il conto saranno sempre gli stessi … quelli che pagano sempre e lo faranno sempre, finchè non cambierà davvero il testo di questa inutile canzone.

(fonte immagine: web)