Palermo registra un’altra vittima del freddo gelido che in questi giorni di gennaio attanaglia la città, soprattutto la notte. Era un uomo marocchino e si chiamava Abboudi Abdelghni, anche se nella zona era conosciuto col nome di Carmelo. E’ stato trovato morto su una panchina della ex piazza Alcide De Gasperi, da un passante, che ha subito allertato le forze dell’ordine ed i sanitari del 118 i quali non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Palermo è una città multiculturale dove attualmente ci vivono circa quattrocento persone senza fissa dimora, sono gli ultimi del mondo palermitano, con la loro vita e le loro storie. Sono persone che stanno dove c’è un minimo di riparo per dormire. Ci sono anche i dormitori sparsi in giro per la città, ma tutti e due messi assieme non arrivano a coprire il fabbisogno reale di questo pezzettino di mondo locale. Tre dormitori che possono arrivare ad ospitare tutti assieme meno di duecentocinquanta persone. Il resto resta per strada in giacigli di fortuna con tutte le loro cose stipate in borse e carrelli che trascinano, portandoseli appresso per non lasciarli incustoditi. Qualcuno alla fine potrà dire che era solo un clochard, un vuoto a perdere, uno che magari viene guardato con sospetto  e paura. Ma era semplicemente un uomo, con le sue storie, la sua vita e tutto quanto gli apparteneva. Questa storia segue a breve distanza quella di Aid (Aldo) ucciso una notte sotto i portici di piazzale Ungheria da due giovanissimi ragazzi per rapinarlo di 20 euri. Chi più chi meno ha mostrato la propria solidarietà ad un essere umano che con la sua arte, la sua bontà e disponibilità era riuscito ad ingraziarsi molta gente di quella zona. Persino le istituzioni comunali si sono presentate per rendere omaggio ad Aid. Ed è proprio questa amministrazione che deve farsi carico delle esigenze di costoro, di renderle persone piuttosto che esseri invisibili o morti che camminano. Bisogna che l’amministrazione tiri fuori i sottodetti e si impegni nei fatti e non a parole a risolvere questa situazione. Qualcuno potrà obiettare che molti di questi soggetti non vogliono andare nei dormitori  ed vero pure questo, ma molti clochard hanno animali appresso che le regole municipali non permettono loro l’ingresso, e sono gli unici esseri a fargli compagnia. Vorrei vedere chi sarebbe capace di lasciare all’addiaccio il proprio cane o gatto mentre lui sta al riparo ed al calduccio dentro un dormitorio. Diventa quindi consequenziale il rifiuto ad andare in queste strutture. L’amministrazione attuale se vuole essere ricordata come umanitaria, oltre ai proclami ed alle passerelle, deve agire realmente per dare un minimo di accoglienza a queste persone ed ai loro animali, rendendoli visibili soprattutto anagraficamente in modo da potere accedere a tutti quei servizi che una persona necessita, prima tra tutte la sanità.

Liborio Martorana

(fonte immagine Giornale di Sicilia)