di giandiego

È importante affrontare oggi e qui il discorso dell’antifascismo, posto a fondamento della nostra carta costituzionale.

Fascismo! Mai, realmente metabolizzato, digerito e quindi espulso come scoria dal “sentire” di questo disgraziato paese.

Inizio quest’escursione nelle fogne con una affermazione forte … Il fascismo dell’anima in Italia non è mai morto, mentre quello della forma è stato mantenuto in vita per omissione, sino al momento in cui sarebbe tornato utile.

D’altra parte la struttura della burocrazia statale, l’infinita rete di connivenze e corresponsabilità con il corpo vero e proprio delle camicie nere del triste ventennio, non è mai nemmeno stato messo in discussione, permanendo, coltura di infezioni nel cuore stesso dello stato, a formare, per esempio i sui corpi speciali, ma non solo.

Oggi torna comodo al capitale elitario rispolverare l’antica paura e presentarla come antagonista “nazionale” a sé stessi ed al proprio stesso sistema europeo, per esempio. Come nei tempi antichi Mascellone si affermò starnazzando di Capitalismo Plutocratico e masticando populismo ad ogni piè sospinto, così oggi la ricetta viene ripresentata, con l’opportuna dose di “razzismo di reazione” e di “anti-europeismo monetario-nazionalista” . E non si confonda, il vostro scrivano tutto è salvo che un difensore di quest’Europa delle banche, elitaria e tendenzialmente vocata alla depopolazione.

Quasi che una moneta nazionale e sovrana ed uno stato racchiuso ed arroccato nei propri confini con qualche sogno imperiale antico, fortemente caratterizzato in senso nazionalista e destrorso … sia una risposta reale, alternativa al governo bancario europeo.

Quasi che il capitalismo che sorreggerebbe questo incubo fascio-leghista fosse diverso, sostanzialmente da quello che sorregge il diktat europeo.

Quasi non fosse una variazione sul medesimo tema, portata avanti da una parte della medesima elite.

Il fascismo è sempre funzionale al potere, è il guardiano di porta del suo aspetto peggiore, ma è lì … da sempre.

Però sino qua abbiamo parlato del fascismo formale, esteriore, politico, funzionale al sistema quando occorra, ma questa triste ipotesi politica porta con sé un fascismo dell’anima, una condizione cultural-filosofica che non esterna, ma interna al gregge, che serpeggia fra la gente ed intacca, appunto le anime.

È un misto di mitologia del più forte e del più furbo, di cultura dell’arrangiamento all’italiana, familismo e rassegnazione alla stratificazione sociale. Di potere maschile, violenza verbale (pronta a divenire fisica e sociale) e razzismo.

Di xenofobia e nazionalismo. Di vocazione all’insulto ed al linciaggio. Coltivato con cura nelle fasce popolari più deboli ed inserito nella mente dei privilegiati con la favola mitologica di Avalon e dei cavalieri per diritto divino.

Pennellato di azioni di forza, di decisioni repentine e violente … machiste e secondo gli uomini forti di turno, risolutive.

Nel medesimo tempo portato a nutrire il populismo facile delle affermazioni generaliste e sommarie (pane e qualunquismo) Sono tutti ugualiOccorrerebbe un uomo forteIl popolo è costretto a farsi giustizia da solo, La corruzione si sta mangiando il paese … e via così, sino a: I negri vogliono le nostre donneGli immigrati ci rubano il lavoroLo stato demo-plutocratico non pensa agli italiani.

È una cultura subdola, in parte nazional popolare, fatta di scorciatoie e sofismi di facilissimo consumo. Occupando con le sue caratteristiche molto più che non lo spazio residuale delle formazioni palesemente fasciste (e qui un paio di domande sul dettato costituzionale che proibisce la ricostituzione di tali compagini andrebbero pur fatto).

Diciamocelo per molti aspetti il Fascismo dell’anima ha infettato molto più che non il proprio bacino di utenza (le piazze del duce erano sempre piene e non tutti venivano portati lì tirandoli per le orecchie … suvvia).

Così oggi l’appoggio al terrorista di Macerata palese o, peggio, silenzioso è molto più vasto che non le dichiarazioni sciagurate di Forza Nuova.

Perchè suvvia … un cavaliere senza macchia che faccia giustizia, che manifesti la giusta rabbia, che “abbia il coraggio” di fare quel che va fatto … bèh in fondo ci vuole. È conseguenza dell demo-plutocrazia, vettore di giusta furia popolare … non un assassino.

Al limite un pazzo, esagerato, ma non un assassino.

Il fascismo non è , quindi, solo quello che si vede, ma cova … se lo si lascia covare, si insinua, infetta.

Il fascismo dell’anima corrompe, anche in posti impensabili con la sua ideologia competitiva, con il mito dell’adatto, del forte, del furbo. Con la leggenda del cavaliere che si prende la responsabilità di fare quel che si deve. Nutrito dal Sistema, protetto. Pone le basi per un mondo terribile e si pone come alternativa a sé stesso.

Spesso non lo vediamo, sicuramente non in noi stessi … e dovremmo se volessimo davvero estirparlo. Antifascismo Sempre!

(foto estrapolata dal web, tratta dal programma “Fascisti su Marte”)