di Giandiego Marigo                                                                                         11/01/2020

Del fatto che l’On. Salvini sia stato condannato, in giudicato e da tempo ad una multa di discreta entità (5700 €) per “conclamato razzismo”, cantato per la precisione, è notizia nota. Non mi soffermerò quindi sul ripeterla, per l’ennesima volta.

Va precisato che tale condanna non avviene per i suoi comportamenti recenti ( lesivi dei diritti umani) contro i migranti, ma per lo stranoto “ coretto ” contro i colerosi terremotati napoletani, fatto a Pontida parecchi anni fa.

S’è parlato sin troppo poco di questa “condanna” a suo tempo , e forse questo dovrebbe portarci ad interrogarci sulla qualità del nostro giornalismo.

Non è quindi del fatto in sé o dello sdegno telecomandato ed in nettissimo ritardo che voglio parlare ma della dissonanza cognitiva che induce molti meridionali ad inneggiare al capitano in nome di una ormai sin troppo palese “guerra fra poveri”.

Tale dissonanza è ampiamente sfruttata dalla destra italica ed in particolare da Meloni e Salvini (le cui bestie o apparati informatici fra l’altro sono  fra maggiori produttori di fake news del paese).

La metodologia dello sfruttamento della “guerra fra poveri” è annosa negli apparati di controllo del potere e nelle compagini di destra in particolare sia italiane che a livello mondiale (Se davvero un progetto mondializzante, un complotto, esiste è di palese e chiara matrice destrorsa … quand’anche venga stupidamente e supinamente veicolato anche da elementi presunti progressisti). Che poi il liberismo selvaggio abbia fatto presa anche nelle menti e nei cuori di presunti democratici fa parte della capacità infinita di trasformismo del potere. Non è casuale, affatto, ma l’oggettività che in Italia esistano molte destre e quasi nessuna sinistra non cambia il connotato di fondo del “complotto”

Torniamo però alle dissonanze di cui i trionfi (molto gonfiati ed artificiali peraltro) centro meridionali del Capitano in questione sono testimonianza.

Ad un osservatore minimamente attento i discorsi di Zaia e di Bossi all’ultimo congresso della Lega dovrebbero “rivelare” chiaramente quale sia l’anima vera  di questo partito.

I meridionali d’Italia hanno ricevuto dalla storia recente, prima del Regno e poi della Repubblica numerosi insulti, sono stati ripetutamente sfruttati come serbatoio elettorale, ingannati a ripetizione, ma sembra mantengano aperta la possibilità di reiterare. E ci si chiede , sinceramente, perché

Non soli in questa distrazione e perdita di memoria, certo, è male diffuso e nazionale, ma, sicuramente, fra i più motivati a mantenere la memoria dei soprusi subiti e degli insulti gratuiti.

È mostruoso osservare come si sparli e si finga, per esempio di combattere la mafia, salvo poi sfruttarne biecamente certi canali elettorali … è grottesco come si ripetano i clichet d’una metodologia di raggiro super-sfruttata e ripetitiva.

Questo riguarda , certamente, tutto il paese, ma le popolazione del Sud e del centro in modo particolare.

Dissonanze e perdita di memoria, incapacità di capitalizzare l’insegnamento della storia, abitudine tristissima al dominio ed al clientelismo.

Sono assolutamente convinto che il riscatto di questo paese debba partire dal suo Sud, dal recupero di una cultura e di una dignità che gli appartengono e che non devono restare storia antica. Sono assolutamente certo che proprio il Sud saprà fare argine contro i suoi mali endemici e che proprio da questa coscienza partirà il riscatto di questo disgraziato paese.

Però suvvia tutto questo dovrà partire dal “capire” chi siano i burattini degli sfruttatori ed i servi dei padroni di sempre, ma soprattutto dal ricordare come la xenofobia leghista ed il modello di contrapposizione fra popoli ed etnie, abbia creato i presupposti della crescita di questo partito.

Razzismo, xenofobia, guerre fra poveri, frasi fatte, luoghi comuni, uso strumentale della menzogna … dimenticare è complicità oltre ad essere tremendamente stupido.

(fonte immagine: web)