Palermo si agghinda Dolce & Gabbana

I due stilisti sono approdati sull’isola il 5 luglio a bordo del loro yacht di appena 50 metri attraccato a Villa Igea per presenziare alla kermesse organizzata da Feelrouge Worldwide Shows e presentare la loro nuova collezione di alta gioielleria donna e uomo, abiti d’alta moda e di alta sartoria.Un tripudio di “sicilianità” in salsa glamour, una città leggermente diversa da quella da vivere tutti i giorni. A fare da spunto creativo, decorazioni e cromie tipiche del folklore e dell’arte popolare nostrana: il carretto – già protagonista della collezione D&G donna e bambino estate 2016 – da mezzo di trasporto di qualunque cosa e persona assurge a mezzo di comunicazione etnologico – come era già dalla seconda metà del XIX secolo. Santi e Madonne, episodi biblici, epici eroi della leggenda Carolingia, pattern arabo-normanni mutuati da architetture uniche, ma anche cronache quotidiane di una città vitale e coinvolgente. Questo è l’humus, dai colori d’indiscutibile fascinazione, che caratterizza non solo i carretti ma anche tutti gli altri prodotti dell’artigianato locale, adesso brand internazionale dell’integrazione e della solarità esclusiva dell’isola, che si parli di atmosfera o di carattere. La kermesse ha avuto inizio nel pomeriggio di giovedì 6 luglio, e ha chiuso i battenti domenica 9, a Trabia. Giovedì scorso, in via Maqueda intorno alle 18,  il solito passio di sempre. I palermitani, probabilmente a causa del proliferare dei divieti di circolazione, non hanno accolto con calore l’evento, anzi la maggior parte, complici le alte temperature sembra che abbiano optato per il mare. Ai Quattro Canti un po’di musica: un’orchestra e un coro di bambini e ragazzi di età compresa fra i 5 e i 14 anni: pare si tratti dell’Orchestra e del coro “Quattro Canti”, nati alcuni anni fa nel contesto de Il Genio di Palermo per educare all’arte della musica.

Proseguendo verso piazza Pretoria una “porta di verde” delimita la passerella montata a ridosso della scalinata della fontana. Una “giostra di bianco” reso ancora più lucente da una moquette damascata che copre la pavimentazione della piazza, richiamando i colori della municipalità – il rosso e il giallo – giallo che diventa oro come a voler sottolineare la ricchezza e lo sfarzo dell’evento. Le maestranze sono ancora al lavoro: questa volta sembra che siano locali, giovani e tanti, davvero tanti. A piazza Sant’Anna va di scena la collezione di Alta gioielleria donna. La location di gattopardiana memoria Palazzo Valguarnera Ganci e la Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo per la soirèe. Le transenne presidiate da uno stuolo di uomini della sicurezza, limitano l’accesso alla piazza da via Roma, impedendo alla gente, anche a piedi, di avvicinarsi agli ingressi dei palazzi. A onor del vero, sono più numerose le forze dell’ordine che i curiosi e neanche uno schermo a raccontare ciò che succede al di là degli ingressi. In compenso, tra i vip, il regista Peppuccio Tornatore. Lui si che di “sicilianità” se ne intende, pare che abbia fatto delle riprese della kermesse all’interno di Palazzo Ganci per trarne un documentario. Fra l’altro, nella sua Bagheria, i due stilisti hanno già girato la scorsa primavera lo spot Dolce Rosa Excelsa con i capi delle loro recenti collezioni. Nella giornata di venerdì, è la volta di Palazzo Mazzarino con l’ Alta gioielleria Uomo, ma il momento clou è stato senza dubbio alcuno quello svoltosi a Piazza Pretoria con la sfilata Alta moda Donna. Senza nulla togliere al fascino dell’esclusiva, alla bellezza sfarzosa delle location scelte, appare doveroso notare che esiste una differenza abissale tra assistere ad un evento dal vivo e fruirne a posteriori. La festa si espande sul web e sicuramente anche la TV renderà presto omaggio all’evento ripreso dalle maggiori testate giornalistiche nazionali e estere. Ma se fosse stata realmente la spinta emozionale per questa terra l’ingrediente principale dell’evento-spettacolo, andava pensato, progettato e realizzato in modo da consentire la completa condivisione da parte di tutti, perché il pathos non ha ceto, non si compra né si vende, ma si genera e si moltiplica a dismisura, quanto più è condiviso. A maggior ragione se si stanno utilizzando come leva del successo degli elementi del folklore e della cultura popolare siciliana che, fino a ieri, una certa noblesse oblige ha snobbato alla grande.  Cari D&G a voi il plauso di avere coniugato una portentosa operazione di marketing che si propagherà – ce lo auguriamo tutti – ben oltre la moda, alla fama, questa volta positiva, sfavillante, fiabesca e traboccante di storia della nostra Sicilia.

Donatella Marotta

(11 luglio 2017)