di Liborio Martorana
Ieri, è stato effettuato un presidio davanti la Casa del Popolo di Palermo ad opera di pericolosi terroristi palermitani (vedi foto).
A distanza di un mese preciso dallo sgombero notturno della Casa del Popolo a Palermo, costoro si sono ritrovati con cartelli appesi nel nastro delimitatore che metaforicamente è servito a delimitare l’immobile. Cartelli branditi a mo di bombe. “Uno spazio abbandonato da anni era stato riaperto al servizio della città. Situato tra il quartiere della Vucciria e quello del Borgo vecchio, la Casa del Popolo serviva un’utenza a ridosso di questi quartieri in totale mutualismo. Nessuno degli utenti pagava qualcosa e nessuno degli operatore veniva retribuito. Un buon numero di bambini usufruiva del dopo scuola e del tempo d’estate, i migranti facevano corsi di lingua italiana e i poveri ricevevano ristoro con la distribuzione di indumenti usati, i corsi musicali, lo sportello Lavoro e quello dei senza casa. La sua chiusura segue di pari passo quella di Padova e quella di Catania. Detto ciò quale potrebbe essere il suo significato? Di certo la riappropriazione da parte della proprietà di questi immobili porta ad un solo significato, nessuno può sostituire il potere politico-amministrativo di una città. Nel caso delle Case del popolo sembrerebbe che ci sia un’azione politica contro il movimento Potere al Popolo, adatta a reprimere il dissenso politico organizzato. Ma la Casa non è e non è stata mai una sede di partito. La gestione degli spazi effettuata sempre in collettività democratica vedeva nelle assemblee di gestione l’espressione più pura e più variegata di coloro che fruivano di questo spazio, spazio lasciato in uno stato di abbandono che peggio di come è stata trovata dall’apertura del portone centrale non si poteva trovare, infatti l’assemblea di gestione vede dibattere all’unisono e democraticamente varie realtà cittadine nell’uso del bene comune. Oggi a distanza di un mese esatto della sua chiusura la Casa del popolo chiusa con catenacci e sorvegliata a vista H24 da una delle tante polizie private che operano in città. Nelle settimane scorse alcuni aderenti alla Casa avevano presentato all’ente gestore “l’Istituto dei ciechi” una domanda formale di comodato d’uso, domanda consegnata al presidente di questo ente Dott. Di Gesaro, il quale si era impegnato a portare in consiglio di amministrazione. Risposta zero tagliato. Altra figura che si interpone tra gli occupanti e i gestori dell’immobile è l’assessore comunale Mattina, il quale in una assemblea passata ha comunicato che l’ente voleva mettere a bando pubblico l’immobile, ma ancora di questo bando nulla si sa. Ieri dopo l’assemblea fuori dalle mura della casa, dopo avere gridato gli slogan politici anche contro l’invasione turca, è stato ribadito che la Casa del popolo continuerà il proprio lavoro anche fuori da quelle mura, perché la Casa non chiude ma al limite trasloca. Nel tardo pomeriggio dopo avere ringraziato le forze dell’ordine per la propria presenza si decideva di chiudere l’assemblea mentre un improvvisato direttore d’orchestra dirigeva i cantori di Bella Ciao.
(fonte immagine: dell’autore)