La notizia che si aspettava era la conferma da parte del Gip dell’avocazione, da parte della procura generale di Palermo, dell’inchiesta Agostino, tenuta in mano per diverso tempo dai pm Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Proprio quei pm che, oltre all’inchiesta Agostino, stanno conducendo il processo sulla trattativa stato-mafia.

Il gip Gabriella Natale, in un’udienza lampo, alla presenza del sostituto procuratore Nico Gozzo e dell’avvocato della famiglia Agostino Fabio Repici, ha deciso di non accogliere la richiesta di archiviazione dei pm, acconsentendo invece all’avocazione del caso da parte della Procura generale.

Adesso, i nuovi titolari dell’inchiesta avranno sei mesi di tempo per ulteriori indagini e per arrivare a un eventuale rinvio a giudizio nei confronti di Gaetano Scotto, Nino Madonia e Giovanni Aiello, quest’ultimo ex poliziotto con un passato nei servizi segreti e accusato da diversi pentiti di essere al soldo di cosa nostra.

Di prima mattina la famiglia Agostino si è ritrovata al palazzo di giustizia per partecipare al pronunciamento del gip nell’udienza dedicata al caso del proprio congiunto, ucciso a Villagrazia di Carini il 5 agosto 1989. Impossibile non notare la soddisfazione per l’esito positivo della richiesta avocativa.

Lascia, però. un po’ l’amaro in bocca il fatto che i pm titolari dell’inchiesta abbiano fatto trascorrere tutto questo tempo per arrivare a questa conclusione. Certamente ci saranno stati buoni motivi per chiedere, per ben due volte, l’archiviazione del caso, oltre al fatto che il processo sulla trattativa sta prendendo molto tempo, portando a nulla di più che l’incidente probatorio nel confronto tra Vincenzo Agostino e Giovanni Aiello, noto come “faccia da mostro“. Quello in cui  ora spera la famiglia Agostino é che, col cambiamento di procura, ci possa essere una spinta maggiore nel prosieguo delle indagini al fine di arrivare a un processo e avere riconosciuta quella giustizia che chiede da 27 anni.

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