L’appuntamento per quel che resta del popolo penta stellato palermitano é stato alle spalle dell’istituto Padre Messina, antistante la marina palermitana. Uno spazio piccolo, con tre gazebo informativi e una decina di bandiere a fare da contorno a quella che si preannunciava una giornata memorabile.

La presentazione del candidato sindaco Ugo Forello, ex avvocato di AddioPizzo, e della squadra di aspiranti consiglieri avviene in un tripudio di retorica che manda in estasi i convenuti. Tutto questo, mentre il movimento regionale dava il meglio di se stesso, elencando il bene fatto nei comuni siciliani da loro amministrati.

Il senatore Vito Crimi non è stato da meno e ha sfoderato il suo repertorio grillino intriso di quella retorica che la gente vuole sentire, perché, diciamocela tutta, il popolo elettore dei 5stelle, al netto della buona fede, ha bisogno di sentirsi dire parole che aggradano i suoi sentimenti ed esaudiscono il senso di rancorosità che nutre verso coloro che non fanno parte del pensiero penta stellato.

Salvatore Siracusa, deputato regionale, e il primo cittadino di Bagheria, Patrizio Cinque, hanno rimarcato il fatto che “i due comuni adesso hanno provveduto a fare diventare pubblica l’acqua togliendola a delle associazioni privatistiche”. Il parlamentare all’ARS, Giampiero Trizzino, e Giancarlo Cancellieri hanno fatto seguito a Crimi in termini di retorica, toccando a quest’ultimo concludere la convention politica: «Tutti avevano scommesso che non avremmo presentato neanche questa lista e, invece, siamo qui perché abbiamo imparato ad affrontare e superare i problemi. Ciò dimostra la serietà della nostra forza, in grado di governare Palermo e anche la Regione Siciliana».

Dopo i politici tocca all’attore Paolo Briguglio, il quale esorta a contrastare con l’impegno di ogni giorno le accuse di populismo che quotidianamente il M5S riceve. Ma è il candidato sindaco che il pubblico è venuto a sentire, insieme alle sue proposte come anche alle sue invettive.

«Al Comune servono operazioni di verità soprattutto per quanto riguarda i conti economici – esordisce Forello, cominciando a elencare i quattro punti principale del programma penta stellato -. Questa città ha bisogno di un radicale cambiamento in ambito culturale (quel cambiamento che passa attraverso i tradizionali temi penta stellati, con la partecipazione diretta della cittadinanza alle scelte politiche, alla trasparenza,  al sostegno economico e abitativo dei cittadini più deboli, per finire all’eco sostenibilità, ndr). Sono venuto in bicicletta perché è un mezzo che uso da sei anni per muovermi a Palermo, una città che si presta all’uso delle due ruote per la sua morfologia pianeggiante».

È  la storia che ci indica la strada, sottolinea poi Ugo Forello, raccontando di quando, in giro per la città, si soffermò a Porta Felice, scoprendo le quattro virtù della città felice, capisaldi del programma di questa campagna elettorale.

«La verità deve stare alla base della trasparenza che la politica deve dimostrare nei confronti della città, ponendo in primo piano i grandi temi politici, i bilanci economici, informando i cittadini sia quando le cose vanno bene sia quando vanno male. I conti del comune di Palermo, tra debiti fuori bilancio e crediti che l’amministrazione non riesce a recuperare, non vanno assolutamente bene».

La giustizia, secondo Forello, passa attraverso l’equità sociale e il sostegno ai più deboli, verso quei cittadini che utilizzano la Caritas perché sono affamati, i senza casa, coloro che hanno perso il lavoro. La pace, per realizzarsi, deve trovare il sostegno della volontà dei cittadini e ciò può avvenire con la partecipazione di questi alla fase politica. Ma anche chiedendo loro il proprio parere sui beni di proprietà del Comune per permette alle associazioni di usufruirne. L’abbondanza, poi, secondo il candidato grillino, passa attraverso la ricchezza di storia e di cultura che la nostra città possiede, piena di spazi e di palazzi ricchi di bellezza.

«Bisogna solo gestirla meglio – aggiunge Forello – e, in questo modo, sarà possibile incrementare anche l’occupazione perché è il lavoro che rende i cittadini sereni e laboriosi. Se noi arriveremo ad amministrare Palermo, istituirò l’assessorato al lavoro, anche se sappiamo bene che il Comune non può dare lavoro, ma può diventare un tramite utile, facilitando l’interazione tra domanda e offerta. Attuare, inoltre, il decentramento in modo da togliere potere ai consiglieri comunali che da sempre tengono per il collo i cittadini. La mancanza di partecipazione diretta non esiste ed è per questo che ci candidiamo a cambiare questa città. Dovrete, infatti, essere voi a decidere sui temi importanti, mentre i dipendenti comunali devono avere oneri e onori con una riqualificazione generale del sistema amministrativo, accorpando la funzione tecnica a quella amministrativa».

                                                                                                            Liborio Martorana