La citazione completa è
«Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt22,39). E non c’è scritto “Però se straniero, se è brutto, se puzza, se
povero, se diverso, se non ha nulla, stai tranquillo lo puoi anche disprezzare!”. E in un altro punto del Vangelo si dice “Ero straniero e mi avete accolto”, (Mt 25,35.43). E non c’è scritto “Però prima gli autoctoni!”.
Ora il punto è tutto lì. Salvini sventola rosari e brandisce Vangeli e crocifissi come fossero clave, Il ministro della Famiglia parla di valoricristiani in pericolo, la Meloni parla di sostituzione etnica, difende il
presepe e si scaglia contro chi decide di migrare “perché gli va!” (Giorgina io sono una migrante che è andata via dalla Sicilia con la famiglia perché “mi andava” di avere una situazione più stabile e solida. Pensa che questo diritto è sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo! Incredibile vero?). Quella frase portata lì in mezzo a Piazza del Popolo durante il raduno della Lega deve essere sembrata una provocazione assurda se la reazione è stata così violenta. Deve essere sembrata sovversiva. Come si permettono questi qui di venire nella nostra piazza,
tra la nostra gente, a sbatterci in faccia questa cosa dell’amare il prossimo? Come me stesso poi! Deve essere sembrato sovversivo, perché per prossimo intendevano quello accanto a loro che sventolava bandierine con Salvini e che girava con il presepe in mano. Che poi sto presepe ha tutte le statuine bianche, i nomi sono italiani (Maria,
Giuseppe, Gesù, Re magi) quindi è nostro l’abbiamo inventato noi, il prossimo dei vangeli è italianissimo con tanto di bandierina tricolore in fronte. Mica quando San Francesco l’ha inventato ha pensato di metterci barconi e stranieri!
Io ho riflettuto molto sulle immagini mandate in onda a Propaganda Live e mi sono fatta l’idea che la cosa che ha dato tanto fastidio in quella frase è solo una: svelava e smontava in maniera semplice e diretta, le fandonie
raccontate in questi anni, urlate dai palchi, ripetute usando le dirette social per proporsi come “siamo tutti amici, vedete che vi parlo direttamente usando le stesse parole (e parolacce)? Io sono una persona vera!”. Quella frase, che si sia credenti o meno, ci pone davanti al dilemma enorme che l’umanità deve affrontare da sempre, cioè tentare di
mantenere la pace, l’uguaglianza, la fratellanza soprattutto nelle situazioni difficili, complesse, nelle differenze culturali e sociali. Il fatto poi di doverlo fare amando il prossimo come noi stessi ci pone davanti uno specchio che
riflette ciò che non vogliamo vedere. Siamo talmente imbruttiti, arrabbiati, incivili che forse ci stiamo sulle scatole da soli. Siamo insofferenti già verso noi stessi, per come ci sentiamo frustrati, a torto o a ragione, figurarsi tollerare gli altri. Ma nulla può giustificare la perdita di umanità, né la propria povertà materiale né quella morale. E non è  necessario essere credenti per capire l’ipocrisia usata da personaggi come Salvini, Di Maio, Meloni e compagnia, nell’usare i valori cristiani come arma di ricatto e come scudo per i loro continui attacchi alle fondamenta dei diritti umani. Il tutto ignorando che la Costituzione dice che l’Italia è un paese laico (Per la Corte Costituzionale “con la sentenza n.203 del
1989, il principio di laicità, declinato negli articoli 2, 3, 7, 8, 19, e 22, rappresenta un principio “supremo” che non potrebbe essere eliminato neppure mediante il procedimento di revisione costituzionale. Nell’articolo 7 si stabilisce la “separazione tra ordine religioso e ordine temporale””), che esiste libertà di culto e che “Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Molti dicono che parlare di fascismo è sbagliato perché questo termine è
strettamente legato ad un periodo storico ben preciso, con rituali, leggi e simboli ben precisi, legato alle persecuzioni razziali e alla guerra. Ma questa forma di fascismo latente (o UR-Fascismo come lo chiamava Eco)
non ha bisogno di fez o marce, non si presenta con leggi che dichiaratamente si definiscono “razziali” come nel 1938, non necessita di un dittatore unico. Basta instillare la paura di un nemico alle porte e di un salvatore della patria che si pone come unica alternativa e in maniera soft avremo una nuova forma di autoritarismo. Ecco perché la reazione in
piazza contro quel cartello è gravissima. Quando il dissenso pacifico viene annientato con tanto furore, chiamatelo come volete, ma fascismo è ancora quello che paurosamente ricorda.“
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
28 Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.” (Matteo 23:23-39)
Antonella Camalleri
(fonte immagine web)