Ricorre oggi il 72° anniversario dello Statuto siciliano.
L’Autonomia speciale, di cui è dotata la Regione Siciliana, è disciplinata dall’art. 116 della
Costituzione e permette di dotarsi di ampia autonomia politica, legislativa, amministrativa e
finanziaria.
Riceviamo ed inoltriamo il messaggio accorato a tutti i siciliani scritto dal Presidente della Regione
Siciliana Nello Musumeci nel ricordo della conquista dell’autonomia siciliana:
Siciliani,
Ricorre oggi il 72° anniversario dello Statuto della nostra Regione, emanato da re Umberto II il 15
maggio 1946, dopo anni di lotte e di sangue, coronando aspirazioni antiche e mai sopite.
Quell’evento rivoluzionario segnò anche l’avvio di una stagione densa di buoni propositi e di
diffuse speranze per lo sviluppo economico e sociale della Sicilia, fra le Terre italiane più povere in
quel drammatico Dopoguerra, mentre si riorganizzavano da un lato la mafia e il banditismo,
dall’altro i Partiti e i Movimenti politici, nel ritorno alla democrazia.
Ebbene, dopo oltre settant’anni, la Sicilia rimane ancora fra le Terre italiane più povere! E non certo
per colpa dell’Autonomia, ma di quanti ne hanno fatto un uso distorto e spregiudicato. Lo Statuto
doveva essere una ‘prerogativa’ per tutti e invece è stato un ‘privilegio’ per pochi. Il cinico e
famelico centralismo romano ha fatto il resto, con norme statutarie inapplicate e sacrosanti diritti
negati, spesso con la complicità di chi, eletto in Sicilia, avrebbe dovuto difenderla anziché svenderla
nei palazzi di Roma.
Non serve adesso ricercare responsabilità che appartengono – seppure in misura diversa – a tutte le
classi dirigenti e politiche avvicendatesi in questo lungo periodo alla guida della Regione e sui
banchi dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Dobbiamo guardare avanti con rinnovata fiducia. Lavoriamo insieme – il Governo, i deputati di tutti
i Gruppi, l’apparato burocratico, ciascun cittadino – in questo grande ‘cantiere Sicilia’, per ridare
coraggio alle imprese, futuro ai giovani, diritti ai più deboli, speranza ai rassegnati. Per ritrovare,
insomma, l’orgoglio di essere Siciliani e la forza di risalire la china.
È con questo spirito che intendiamo riaprire un serrato e vigile confronto con il nuovo Governo
nazionale, al quale vogliamo presentarci a testa alta, senza sciocchi rivendicazionismi e senza
complessi di colpa, forti anche di un mandato del Parlamento regionale che – sono certo – non avrà
motivo di dividersi sugli interessi legittimi dell’Isola.
Solo così potremo onorare l’impegno dei nostri Padri fondatori ed essere almeno certi che questi 72
anni – fra poche luci e molte ombre – non siano trascorsi invano
.Rossella Vilardi
(fonte immagine web)